A marzo 2021 tutti gli spazi sociali italiani hanno compiuto un anno intero dalla loro chiusura al pubblico, e anche Zona Franka a Bari si trova a fare i conti con questa situazione di profonda crisi.

Una situazione emergenziale di portata unica, che mai in 20 anni di attività in città avremmo pensato di affrontare, e che mette a dura prova la possibilità di proseguire il nostro percorso

Il momento per le piccole realtà di impresa e commerciali è più critico che mai. In questi mesi abbiamo seguito il susseguirsi di stanziamenti di sussidi a fondo perduto per le tante categorie che, tuttavia, data la  vastissima platea di richiedenti, sono destinati a non essere sufficienti. Tanti settori, dalla ristorazione, al turismo, al commercio, stanno richiamando l’attenzione sulla propria condizione di profonda sofferenza, tante attività hanno dovuto chiudere in via definitiva, con un impatto enorme sulle vite di chi ci lavora e di tutto il tessuto sociale in cui sono inseriti. Nel mondo dello spettacolo dal vivo e più in generale della cultura, migliaia di realtà sono da una parte in balia delle interruzioni imposte e dall’altra in attesa contributi sostanziali, che favoriscano e incentivino una ripresa rapida per lavoratori e lavoratrici. Assistiamo ad un epocale collasso dei cinema, in primis i più piccoli, quelli che portano nelle cittadine di provincia i film più belli del mondo, del presente e del passato. I contributi Inps e i fondi finora previsti per il sostentamento di questi enti paiono essere appena sufficienti ad una sopravvivenza faticosa.

In questo contesto, anche i circoli culturali e sociali di tutta Italia hanno subito, accomunati nelle normative a cinema e palestre, una chiusura totale, fatta eccezione per poche attività consentite nei mesi estivi. Davanti all’inaccessibilità dei Ristori per le associazioni di volontariato e gli enti del terzo settore, moltissimi hanno chiuso i battenti, molti altri stanno resistendo a fatica. In questa situazione di estrema difficoltà, però, si è ritrovato il senso della solidarietà.

Le comunità che animano questi spazi, le associazioni del sociale, hanno messo a disposizione ogni risorsa, a partire da quelle umane, per far fronte al momento più drammatico delle nostre generazioni.

Tra pacchi alimentari, raccolte di beni di prima necessità, doposcuola online, in tutta Italia le immagini che rimbalzano da mesi sono quelle dei giovani che si adoperano per le loro città, a partire da chi in questa crisi rischia di rimanere solo e senza voce, nell’obiettivo radicale di resistere alla disgregazione del tessuto sociale che ci sta travolgendo. Questa pandemia ci ha costretti a fermarci e a guardare dall’esterno le basi della nostra democrazia. Abbiamo sperimentato la tristezza della solitudine e abbiamo intuito che avremmo potuto resistere solo grazie alla condivisione. Alla fine della pandemia rimarranno le disuguaglianze, e lì non dovremo dimenticare l’importanza dell’attenzione per l’altro, del curare gli spazi dove più individui diventano collettività. Permettere agli spazi sociali di superare questa crisi che mette in discussione addirittura la loro sopravvivenza significa prenderci cura di noi stessi come comunità.

Zona Franka dal 2001 è cresciuta e ha affondato le sue radici nella città di Bari. Un circolo Arci, uno spazio sociale, politico, culturale e artistico, nato da studenti universitari e di scuola superiore e che negli anni ha rappresentato nel territorio barese un luogo di incontro, di ritrovo, di scambio per tutta la comunità.

Tanti sono i percorsi attraversati in questi anni: dal Bari Pride al movimento femminista, dal Coordinamento Antifascista, al presidio cittadino di Libera, alle Reti Civiche Urbane, alle tante attivazioni per i diritti sociali e civili di tutte e tutti.

Un’attivazione costante con l’obiettivo di creare una rete sana e costruttiva, sognando una cittadinanza sempre più solidale e coesa. Il cuore pulsante di questa comunità è la sua sede, da tre anni in via Dalmazia 35, e tutte le spese di gestione, tanto delle attività quanto dello spazio fisico, sono interamente autofinanziate.

Tutti progetti che non potremmo proseguire a serranda abbassata. Oggi chiediamo a tutta la cittadinanza di aiutarci a non spegnere la luce della nostra insegna per sempre, perché il nostro desiderio più grande è quello di poter riprendere ad animare la nostra strada, tenere la porta aperta per tutti e costruire un’alternativa concreta di futuro per la nostra e per tutte le generazioni. Per questo da giovedì 8 aprile sarà attiva una raccolta fondi online sulla piattaforma “Produzioni dal Basso” a cui è possibile donare qualsiasi cifra, per consentirci di sostenere le spese di questi mesi e poter riaprire con nuovi progetti appena possibile.

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