Ci conoscete? Siamo i giovani di Bari, studiamo e lavoriamo in questa città!

Soprattutto sotto elezioni, si parla spesso di noi ma quante volte nella vita quotidiana della città si pensa a noi come cittadini attivi?

Siamo lo specchio di generazioni che hanno subito la crisi economica, e le conseguenti politiche di austerità, ma anche la diffidenza verso la politica e la riduzione costante degli spazi di partecipazione politica.

La nostra città non è basata sulle nostre esigenze, perché spesso come studenti fuori-sede, pendolari o minorenni non abbiamo possibilità di incidere nella politica cittadina. Non siamo un pacchetto di voti, ma un pezzo di questa città, siamo chi la vive e chi la fa vivere.

Quelli di noi che vivono qui da sempre spesso sono costretti a cambiare città o Regione, perché non troviamo lavoro o non troviamo la possibilità di incidere nel cambiamento reale di questa terra grazie ai nostri percorsi di vita.

Più spesso, non possiamo permetterci di proseguire gli studi, perché siamo vittime di un sistema del diritto allo studio costantemente massacrato da definanziamenti e incapace di andare incontro alle esigenze di tutti gli studenti e le studentesse.

Vorremmo una città aperta alla partecipazione democratica, una città in cui poterci autodeterminare e poter decidere su quello che è il territorio in cui viviamo, una città aperta alle nostre idee e alle nostre esigenze, in cui sia rispettato il diritto alla socialità, allo svago, alla cultura.

 

Le nostre proposte:

 

ACCESSO ALLA CULTURA

Vogliamo che si possa accedere agli eventi culturali, da cinema e teatro accessibili all’apertura di nuove biblioteche, muoversi liberamente nella provincia, con mezzi pubblici che colleghino meglio le periferie e abbonamenti unici e agevolati per treni e autobus… E tantissimo altro!

In quanto studenti medi chiediamo che vengano aumentati i fondi per il comodato d’uso dei libri di testo, raggiungendo la copertura totale per tutti gli studenti e le studentesse della città, affinché i fondi stanziati possano garantire un accesso alla formazione universale, prescindendo dalle condizioni socio-economiche.

 

SCUOLE SICURE?

Inoltre, per garantire che tutte le scuole della città siano dei luoghi sicuri, riteniamo necessario un intervento strutturale da parte della città metropolitana per risanare gli edifici scolastici della città, considerando che la maggior parte di essi versano in gravissime condizioni precarie (tetti che crollano, infiltrazioni,etc..) oppure talvolta vi è l’inagibilità di alcuni luoghi come palestre e laboratori, spesso sprovvisti del materiale didattico necessario.

Pertanto chiediamo alla Città Metropolitana di convocare periodicamente l’Osservatorio Metropolitano, ottenuto dopo numerose mobilitazioni, e di stanziare nuovi finanziamenti per garantire la manutenzione edilizia per scuole superiori e il diritto allo studio agli studenti e alle studentesse.

 

CARTA SIF

Come studenti medi ed universitari vogliamo vivere a pieno la città, e non soltanto i luoghi della formazione, pertanto chiediamo il riconoscimento giuridico dello status di soggetto in formazione (S.I.F.) per studenti e studentesse e che questo avvenga attraverso una specifica “carta” che consenta ai soggetti  in formazione il libero accesso ai luoghi della cultura (cinema, teatri, musei, etc.) indipendentemente dal reddito familiare, e un sussidio come il reddito di formazione. La Carta S.I.F. può essere una risposta alla subalternità che gli studenti e studentesse vivono nella nostra città rispetto alla situazione familiare. In parallelo al sistema di borse di studio (che evidentemente non deve essere eliminato, ma supportato), questo strumento è necessario per agire trasversalmente contro tutte quelle condizioni che portano i giovani della nostra città tanto ad emigrare per studiare al di fuori della nostra Regione (circa 1 universitario su 5 nel 2016), quanto ad abbandonare prematuramente il percorso di formazione. Gli studenti e le studentesse costituiscono, infatti, un irrinunciabile patrimonio umano della nostra città, la arricchiscono e fanno vivere, e così come per la collettività è il loro impegno quotidiano (direttamente o indirettamente), di tutta la comunità è la responsabilità del loro benessere.

 

TRASPORTI

Tra i diritti inalienabili che devono essere riconosciuti e garantiti a tutta la cittadinanza studentesca e non, vi è il diritto ad avere trasporti urbani accessibili, sicuri e di qualità che possano rispondere alle esigenze di mobilità “sostenibile” dei cittadini e delle cittadine.

In particolare, per quanto i soggetti in formazione, chiediamo al Comune di essere il soggetto che possa stimolare un tavolo tra più enti per garantire il biglietto unico per gli studenti e la creazione di specifiche navette che colleghino i collegi ADISU, i poli universitari, il centro città e le scuole, tanto nelle ore diurne quanto in quelle notturne.

Questo significa sia stimolare una cultura dell’utilizzo dei trasporti pubblici, che possa avere una ricaduta positiva sull’ambiente, tanto permettere a tutti coloro che non hanno un mezzo proprio di vivere la città e di non ghettizzare determinare zone urbane difficilmente raggiungibili.

Oltre alla piena realizzazione di servizi e forme di welfare studentesco riteniamo che, una città che sia realmente a misura degli studenti, deve incentivare forme di partecipazione attiva sulla scena pubblica e collettiva per poter essere protagonisti della città e motore di cambiamento. Pertanto vogliamo il rilancio della consulta universitaria e l’estensione agli studenti medi per le questioni relative alla cittadinanza studentesca, così da poter esprimere le nostre criticità e le nostre idee relative alla crescita di tutte e tutti.

 

PARTECIPAZIONE

Crediamo che la partecipazione attiva alla vita della città passi per l’accessibilità della creazione di eventi e di momenti per tutti: chiediamo la semplificazione e l’eventuale accorpamento delle incombenze burocratiche necessarie per la fruizione degli spazi pubblici urbani per l’organizzazione di eventi senza scopo di lucro (ad esempio concerti o altre iniziative ricreative e culturali) nonché la riduzione e/o l’abbattimento dei suoi costi.

E per garantire in modo effettivo questa partecipazione giovanile alla vita della città necessitiamo di maggiori luoghi di aggregazione e pertanto vogliamo che sia centrale anche il tema degli spazi. Vogliamo infatti che l’amministrazione cittadina metta a disposizione dei giovani spazi comunali in disuso, in tutti i quartieri, oltre all’utilizzo delle già esistenti “common libraries” intendendole come centri di aggregazione giovanile. Riteniamo che il diritto alla partecipazione possa essere realizzato anche con una capillare presenza di bandi comunali per poter finanziare progetti di attività extracurriculari nelle scuole e nelle università.

Altri luoghi di aggregazione collettiva sono le biblioteche di quartiere e perciò vogliamo che si possa garantire l’apertura di uno spazio di studio per studenti e non, aperto fino a notte in ogni quartiere, soprattutto in vicinanza di zone più popolate da studenti universitari. Essi devono essere intese come poli culturali popolari, a cui tutte e tutti possano accedere e collaborare per l’organizzazione di eventi di promozione e formazione al di fuori dei percorsi accademici e scolastici.

Nel solco della tematica della centralità degli spazi, rivendichiamo anche la necessità della presenza di polifunzionali educativi, ovvero spazi di recupero di soggetti “a rischio” criminalità organizzata e dispersione scolastica, creando dunque centri di socialità in tutti i quartieri dove poter indirizzare e seguire i più giovani, o anche semplicemente permettere loro un’alternativa alla vita quotidiana di sfruttamento, fornendo modelli di vivere collettivo che non siano basati sulla prevaricazione e oltre l’emarginazione sociale di cui le mafie si nutrono.

 

DIRITTO ALL’ABITARE

Per quanto riguarda l’abitare nella città chiediamo che questo diritto venga riconosciuto a tutti e tutte. Chiunque ha diritto ad un’abitazione che presenti le basilari condizioni di vivibilità e i servizi minimi garantiti, senza dover pagare affitti troppo esosi, e allo stesso modo crediamo che anche chi non può permetterselo abbia diritto ad un’abitazione e una residenza. A Bari, infatti, il caro affitti è in aumento e la condizione economica, per studenti e non, diventa motivo di ricattabilità e marginalizzazione. Ciò comporta la crescita esponenziale degli affitti in nero, che spesso costringono le persone a vivere in abitazioni fatiscenti, non a norma pur di potersi garantire un alloggio. Riteniamo che uno degli strumenti possa essere innanzitutto la concessione degli sgravi agli affittuari  per i contratti con studenti, ma anche l’istituzione uno sportello di ascolto e di denuncia per chi è costretto a permettersi solo e unicamente un “tugurio” e la sperimentazione delle esperienze di social housing e cohousing.

 

WELFARE

Infine, come strumento di supporto ai già esistenti CAV, chiediamo che vengano istituiti degli sportelli antiviolenza in tutti i luoghi della formazione, contro la violenza e le discriminazioni di genere e verso le persone LGBTQI. La scuole e l’università sono i primi spazi in cui poter elaborare una propria coscienza critica indipendentemente dai contesti familiari di partenza, come una vera e propria zona franca: questo significa che proprio nei luoghi di formazione possono emergere (e quindi devono avere risposta) situazioni di violenza di genere, vissute tra mura domestiche o nei contesti scolastici stessi. La vicinanza fisica delle operatrici e degli operatori permette di stabilire rapporti educativi e di fiducia che vanno oltre l’aiuto contingenziale e costituiscono veri e propri strumenti di crescita, come “anticorpo” sociale contro il perpetuarsi di una cultura patriarcale e violenta.


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